“Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno”.
Le parole del Salmo 139 lodano il Signore per il dono della vita; parole che sulla bocca di Maria Chiara Mangiacavallo divengono lode per la sua breve ma intensa vita.
Maria Chiara è una giovane della nostra diocesi, nata a Sciacca il 7 dicembre del 1985 e morta il 13 marzo del 2015. A solo trent’anni Maria Chiara lascia i genitori, i suoi fratelli e tutti i suoi sogni, dopo aver combattuto con un terribile male.
Maria Chiara però, non si lascia “addormentare” dalla tristezza, dallo scoraggiamento e dalla disperazione innanzi a una situazione di salute irreversibile, di cui aveva tutta la consapevolezza che l’avrebbe portato alla morte.
Maria Chiara allora si trova innanzi a un bivio: vivere tutto come un fallimento o, come un dono di grazia?
Benedico il Signore perché Maria Chiara sceglie di vivere tutto come dono e occasione di grazia, e non rinuncia a sognare una vita in grande.
La testimonianza di Maria Chiara oggi è condivisa grazie ai suoi fratelli e familiari, com’è avvenuto il 16 marzo scorso nel nostro Seminario a conclusione di una giornata di preghiera e riflessione che hanno vissuto i nostri seminaristi in preparazione alla Pasqua.
Che cosa insegna Maria Chiara? Insegna che la morte è stata vinta: siamo nati e non moriamo più, come diceva Chiara Corbella Petrillo cui, Maria Chiara ha appreso l’esempio di come offrire la vita al Signore, anche quando niente nella vita è vita.
Vuoi risplendere? È l’invito del Signore che Maria Chiara, in un suo pellegrinaggio in Tessa Santa, sente nel cuore.
Brillare in un letto che t’inchioda e con un corpo che piano piano muore, non è facile. Infatti, Maria Chiara non accetta subito la sua malattia ma dopo qualche tempo, meditando il passo del vangelo di Luca, in cui si racconta la vocazione di Maria, comprende che il Signore oggi chiamava lei a essere quella serva che avrebbe generato, grazie alla sua testimonianza, il coraggio, la fede e la luce nel Signore Gesù Risorto nei cuori di tutti coloro che l’avrebbero ascoltata.
Il suo eccomi risuona ancora oggi, quando si legge il suo testamento spirituale che fa comprendere che, essere cristiano non è una faticosa lotta con qualcosa di astratto o una vita di norme ma, consapevolezza che tutto va vissuto in Cristo che, è veramente risorto e se viviamo tutto in Lui, nella luce spendita della sua pasqua già la nostra vita è una Pasqua.
Termino con le sue parole: “Non perdete tempo a pensare a cose superflue e senza senso… vivete ORA e ADESSO con Dio e solo così capirete quanto è bello vivere l’ORA e l’ADESSO “PER” LUI.
don Francesco Baldassano