Venerdì 16 Marzo, il giorno dopo aver ricevuto l’ammissione agli Ordini Sacri, mi è stato fatto un altro grande dono: don Francesco, il nostro vicerettore, ha invitato alcuni componenti della famiglia Mangiacavallo a raccontarci l’esperienza di Maria Chiara.
Mi ha subito colpito il loro volto: un viso che seppur provato dal dolore del distacco e della mancanza, lascia intravedere serenità e letizia di chi sa che propria sorella in questo momento vive accanto a Colui che ella definiva “il mio sposo”. Io che tante volte mi lamento di ciò che non va, ho provato una sana invidia e il desiderio di riscoprire questa grande certezza: la mia vita è un bene, perché c’è un Padre che mi ama ora!
Ma questo è stato frutto di un cammino anche per Maria Chiara: qualche anno prima, a seguito di alcune visite, le viene diagnosticata una forma rara di tumore all’utero. La sua reazione è negativa, si arrabbia con Dio e si ribella iniziando a vivere in maniera dissoluta, come dirà successivamente.
Maria Chiara ha speso gli ultimi anni della sua vita per dare testimonianza dell’Amore di Dio e della sua Provvidenza che non fa mancare mai nulla ai suoi figli, come lei stessa raccontava, definendosi per questo motivo una “privilegiata”.
Come ha lasciato scritto nel suo testamento spirituale, ha voluto che il suo funerale fosse celebrato come una festa: il matrimonio eterno tra Maria Chiara ed il suo Sposo, Colui che per tanto tempo aveva desiderato e atteso.
La cosa che più mi ha colpito della testimonianza di Maria Chiara è che sgombra il campo da un grande equivoco in cui tante volte anche noi cadiamo: quello di concepire un cristianesimo “in astratto”, cioè il tentativo di vivere la nostra vita alla luce del Vangelo, quasi fosse un insegnamento etico lasciatoci da Gesù al quale noi dobbiamo poi conformarci.
Per lei invece la fede è stata l’esperienza di una vita vissuta in “compagnia” di Gesù, morto, risorto e presente qui e ora. Una Presenza “reale” che si vede, si tocca e che ci cambia la vita perché è in grado di riempire di felicità il nostro cuore e di farci sperimentare l’Amore sconfinato di Dio. Da questa gioia nasce il desiderio di donare totalmente la propria vita così come siamo, affinché gli altri possano incontrare lo stesso Amore.
In questi giorni penso continuamente a Maria Chiara che è stata una testimone potente della presenza di Dio, chiedendole di pregare per me affinché anch’io possa “brillare” della sua stessa luce. Andando qui sul sito internet ufficiale, vi invito a visionare le foto in cui si vede il suo volto in primo piano, due occhi che hanno una luce particolare, gli occhi di chi è stato abbracciato da Cristo.
Ignazio Bonsignore