Maria Chiara nei miei occhi

Voglio raccontare di quella volta che nel 2008 conobbi, in una giornata di immenso sole, due ragazze, di cui una non ricordo purtroppo neanche il nome e l’altra che inaspettatamente Dio ha voluto che conoscessi.
Quelli per me sono stati anni pieni di vita, condivisa come fosse una famiglia, da amici che hanno colorato le giornate con le stesse mie tempere.
Maria Chiara e il suo ragazzo Alessio, sono stati tra le mie abitudini più frequenti. Feste, Ballarò, Vucciria, nottate, il mitico festone a Petralìa. Da giovani universitari intellettuali abbiamo rincorso la vita in tutti i modi, molto spesso l’abbiamo anche alterata, ma l’abbiamo vissuta, tutti assieme. Elencare i momenti che mi vengono in mente dove c’era Maria Chiara Campacawuallo, come mi piaceva ogni tanto chiamarla, sono innumerevoli. Ricordo quando venne zitta zitta davanti a noi altri con i capelli rasati, io ancora ignaro in tutta sincerità le dissi che era bellissima, ed ero serissimo, era sempre bella, era il suo sorriso che era bellissimo.
Piano piano capii che Maria Chiara aveva tagliato i capelli prima che la chemio lo facesse al posto suo. La lotta contro il cancro credo che in quel periodo per lei sia stata molto dura, anche se il suo sorriso si vedeva da un chilometro sapevo che soffriva. Era il 2011 e per qualche motivo, dopo che ero arrivato all’apice della sofferenza, Dio mi chiamò ad Assisi, per rovesciare quello che credevo di essere. Seguì Londra. Pensavo spesso a Maria Chiara, fiducioso che fosse riuscita a sconfiggere tutto. Ma a settembre del 2012 ho notizie di un degeneramento della malattia. Mi ha fatto tanto male saperlo. Nonostante Londra si era quasi portata via la mia fede pregai tantissimo e con tutto me stesso chiesi a Dio che la proteggesse, dissi a San Francesco di starle vicina, la affidai a lui, sapendo che non era proprio una chierichetta domenicale a quei tempi, non volevo che cadesse nella disperazione.
Passava nel mentre il tempo e a parte qualche chiacchierata su fb, poco sapevo di Maria Chiara.
Quando ritornai in Sicilia, in una notte tra amici, mio fratello in modo freddo mi disse -èmortamariachiara-. La notizia fu amara per me, peggio del Petrus. Due giorni dopo il funerale, e cosa mi vado a trovare lì? Una festa con musica e baccano, che da quel giorno in avanti mi raccontò cosa aveva combinato quella simpaticona mentre io ero dall’altra parte d’Europa. Aveva cambiato le cose, e il suo testamento fece breccia sul più ateo tra noi amici, e ancor di più era passata la dove avevo invocato aiuto per lei, ad Assisi, da Francesco. Io Maria Chiara dal 2011 non l’ho più vista, sarebbe falso dire che non ho un rimorso che mi divora per non averla più rivista, più abbracciata. Ma sarei stato un egoista a volerla vicino a me, quando la sua parola e la sua vita erano destinate a volare così lontano che gente da tutta Italia ha assistito a questo magnifico miracolo che è stato la sua vita. Certo avrei voluto almeno un minutino, ma credo che mi sia tanto vicina, come è sempre stata nel mio cuore. Non so se lei mi ha mai ricordato in tutto quel tempo passato lontani, ma voglio pensare che le mie preghiere hanno contribuito a far sbocciare il fantastico fiore che era sotto gli occhi di Dio e dopo tutto, se ho nostalgia, mi basta pensare a quel giorno di immenso sole che per la prima volta mi regalò il suo sorriso, magari versando una lacrima, ma quel sole fa evaporare tutto e lo trasforma in puro profumo d’amore.

Ivano