di Maria Chiara ne esiste una sola, ma tutti possiamo provare a diventare un po’ Maria Chiara

Credevo il Signore mi avesse già donato tutto ciò di cui avevo bisogno per affrontare al meglio la mia vita. Poi, un giorno, sei arrivata tu!
Non ti ho mai conosciuta, i miei occhi non hanno mai incrociati i tuoi, eppure sento di conoscerti come se da sempre avessimo condiviso le stesse strade e la stessa vita. Così per parlare di te e di come hai cambiato la mia vita adesso devo parlarti di come anche il Signore pochi anni fa, ne cambiò totalmente il corso. Lo Incontrai esattamente nell’ottobre di quasi tre anni fa in un piccolo paesino bosniaco: Medjugorje! Fu proprio li ai piedi di quella immensa croce bianca che il Signore mi riportò sulla retta via. Venivo da 24 anni di lotte interiori ed esteriori, non avevo più motivazioni per continuare a vivere, prigioniera di numerose catene, quali possono diventare il divorzio dei proprio genitori e l’abuso, se non affrontati con l’aiuto di Dio. Non trovavo più un motivo per vivere, per affrontare ciò che ormai da tempo era diventato inaffrontabile. Odio, rancore, rabbia, violenza e alcol! Eccoli i miei inseparabili amici, ecco chi mi circondava prima di quel prodigioso viaggio a Medjugorje! Tornai in Italia completamente cambiata, ricevetti lì il dono più grande che si possa ricevere: il Perdono! Perdonai tutto e tutti, perdonai i miei genitori per essersi separati, perdonai chi aveva abusato di me, rendendomi adulta pur essendo ancora una bambina! Da quel giorno nella mia vita, ogni cosa cominciò a cambiare, l’odio lasciò posto pian piano all’amore, il rancore lasciò posto al perdono, la rabbia si placò lasciando spazio alla comprensione e alla serenità. Presi coscienza dell’immensa gioia che si prova nel riscoprirsi figlia di Dio e nel vivere la sua parola quotidianamente, nulla di più avrei potuto desiderare per il mio futuro! Questo pensai io, ma effettivamente il Signore aveva in serbo per noi ben altri progetti.

Una notte mi venisti in sogno, indossavi un abito a fiori, capelli intrecciati e un sorriso pieno d’infinito amore, mi sorridevi ma ancora, non mi era chiaro il motivo di quell’incontro. Non ti riconobbi e non feci poi troppo caso a quello strano sogno. Tutto acquistò un senso quando pochi giorni dopo mia sorella venne da me mostrandomi una foto:” Si chiama Maria Chiara, è molto malata, per favore prega per lei!”. Eccoti li! Senza troppa fatica ero riuscita a dare un nome a quella ragazza che poche notti prima mi aveva regalato una serenità indescrivibile con un solo sorriso. Cominciai a pregare per te, pregare come il Signore da poco mi aveva insegnato a fare, pregai affinché non ascoltasse la mia volontà ma sempre e solo affinché si compisse la sua. Pregai incessantemente per te e per la tua guarigione qualora fosse stata parte integrante del progetto di Dio, solo a tratti mi fermavo a pensare “Signore, se proprio è giunto il momento di tornare a te, allora accompagnala dolcemente e serenamente tra le tue braccia”. Cominciai a chiedere di te, quali fossero i tuoi desideri i tuoi progetti, attraverso quali vie il Signore ti aveva tanto attirata a Lui. Cominciai a chiedermi perchè Signore ? Perchè quel sogno? perchè proprio io? Sentii di non poter aspettare ulteriormente, così decisi di scriverti una lettera, dentro la quale riporre tutti i misteri di quello stranissimo incontro. Non ne comprendevo il senso, non mi sentivo degna di tante attenzioni. Una sera, concluso uno dei tanti allenamenti, presi il telefono e lessi il messaggio della tua rinascita in cielo, era esattamente il 13 marzo, le lacrime scesero sole in quegli attimi, non riuscii a consegnarti quella lettera, quella sera con te andarono via anche le risposte alle mie domande. O almeno questa era la mia convinzione…
Sono stati tre giorni duri, continuavo a chiedermi il perché fossi entrata nella mia vita in maniera cosi strana per uscirne poi poco tempo dopo, mi chiedevo cosa mi chiedessi, o cosa mi avresti voluto dire qualora avessi avuto modo di parlarmi, cosa ci stava chiedendo il Signore? Decisi di partecipare al tuo “funerale”, non so cosa mi spinse, non ero dell’umore adatto, non ero pronta a lasciarti andare…Entrai in chiesa con uno strano spirito di delusione, mi venne comunicato che la lettera scritta qualche giorno prima ti era stata letta, ma neanche questo mi fu di consolazione, in fondo nell’ascoltare quelle parole tu già eri tra la braccia del Padre, non avresti potuto dare risposta alle mie domande. Conobbi li tua sorella Myriam, poi mi avvicinai a te e accarezzando quella piccola bara bianca qualcosa già cominciava a cambiare. Quel giorno non ci fu spazio per il dolore ma solo per tanta, tanta gioia. Ritrovai tra gli sguardi dei tuoi cari e dei tuoi amici il sorriso meraviglioso che tanto mi aveva incuriosito e accattivato. Lì ricevetti le mie prime risposte. Compresi ogni secondo di più il motivo di quello strano incontro, compresi che il Signore mi aveva donato la grazia della conversione e del perdono ma ancora un piccolo minuscolo pezzo del mio puzzle mancava…e quel pezzo eri tu! Durante l’arco degli ultimi anni della mia vita, la malattia, seppur in forme e sembianze diverse, era entrata nel mio percorso, ostacolandone la via! Prima la malattia di mia madre, poi il tumore di mio padre, infine le malattie di mia sorella. Io credevo, avevo fede in Dio e nei suoi progetti, eppure se ancora esisteva in me un limite che non mi lasciava scampo, era proprio quello della sofferenza e della morte! Come poteva permettere un Dio che tanto ci ama, una sofferenza tanto grande? Perché invece di guarire e alleviare le nostre sofferenze si accaniva cosi tanto sulle nostre vite? Eccola qui la motivazione per la quale sei entrata nella mia vita, per spiegarmi che la risposta a questa domanda è solo ed esclusivamente una: L’amore! Perché qualunque ostacolo anche il più grande e invalicabile, diventa nulla se vissuto con l’amore di Dio. Compreso questo, mi resi conto di quanto tu e la tua famiglia, inconsapevolmente abbiate sconvolto la mia vita, voi e la vostra testimonianza di questo amore vissuto oltre ogni sofferenza e dolore, oltre ogni vincolo di spazio e tempo; avete fatto sì che finalmente anche io comprendessi quanto sia bello abbandonarsi tra le braccia di Dio e abbandonarsi a quel “si” che altro non è, se non la conferma di questo meraviglioso prodigio quale è l’amore che Dio ha verso di noi! Ora comprendo quel sogno, ora comprendo il perché di tantissime cose apparentemente inspiegabili, ora comprendo il perché sento forte dentro al cuore questa necessità di portare te e la tua storia ovunque io vada, ovunque il Signore desideri che io vada. Sei un miracolo e un prodigio ai miei occhi ma soprattutto agli occhi di Dio, grazie per tutto quello che in pochissimi mesi mi hai donato e continui a donarmi, grazie perché non esiste in me più alcun rancore nel non averti potuto conoscere personalmente, perché non esiste più alcuna paura della sofferenza o della morte! Manterrò la mia promessa, portandoti ovunque io vada, parlando di te a chiunque si senta sconfortato o soffocato dalle ansie della vita perché in fondo di Maria Chiara ne esiste una sola, ma tutti possiamo provare a diventare un po’ Maria Chiara. Continuando a citofonare ti ringrazio con la consapevolezza che non siamo il meglio, ma che solo Dio riesce a tirare fuori da noi il meglio di ciò che siamo,esattamente come ha fatto con te! Grazie di tutto!

Sabrina